Si può FARE!
Percorso esperienza tra memoria, legalità e speranza. Per ricordare, conoscere, riflettere, condividere le ingiustizie che privano le persone dei diritti…
“Benedetto Vescovo, Servo dei servi di Dio, a perpetua memoria… Noi, con piena apostolica autorità, decretiamo che venga canonicamente istituita immediatamente la diocesi di rito greco in terra di Calabria. E a questa diocesi, che sarà chiamata “Lungro” conferiamo ed assegniamo le seguenti parrocchie con tutti i fedeli sia di rito greco sia di rito latino, se ve ne fossero, che dimorano in esse…” (Bolla Catholici Fideles).
Era il 13 Febbraio 1919, quasi cento anni fa, quando Papa Benedetto XV con la Costituzione Apostolica Catholici Fideles istituiva l'Eparchia di Lungro, che raggruppa tutte le comunità italo-albanesi (gli Arbëresh) dell'Italia Continentale (Acquaformosa, Castroregio, Civita, Cantinella, Cosenza, Eianina, Falconara, Farneta, Firmo, Frascineto, Lungro, Macchia Albanese, Marri, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Costantino Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, San Paolo Albanese, Santa Sofia d'Epiro, Vaccarizzo, Villa Badessa).
Gli Arbëresh discendono dai valorosi soldati Albanesi del XV secolo che, guidati dall'eroe Giorgio Castriota Skanderbeg, per oltre vent'anni fermarono l'avanzata dell'esercito musulmano verso l'Europa cristiana, salvando così cultura, religione e libertà, portando con sé il gioiello più prezioso: il rito bizantino.
Appartengono all' Eparchia anche tutti i compaesani residenti nelle altre grandi città d'Italia (Cosenza, Roma, Milano, Lecce, Torino e Bari): una piccola comunità orientale in Italia, di provenienza ortodossa ma di appartenenza cattolica.
La Diocesi comprende la città di Lungro, sede eparchiale in cui si trova la Cattedrale di “San Nicola di Mira”, intitolata al suo patrono, e numerose parrocchie in Calabria, Basilicata, Abruzzo e Puglia che tuttora mantengono la tradizione bizantina, nell'espressione greco-albanese.
Le nostre chiese custodiscono e salvaguardano la fede dei padri, mantenendo tutto il patrimonio liturgico, teologico, iconografico, spirituale e cerimoniale, carico di immensi significati.
Il primo vescovo fu Mons. Giovanni Mele, ma fu il suo successore, Mons. Giovanni Stamati, che introdusse la lingua arbëresh nella liturgia nel 1968. Mons. Ercole Lupinacci, successivamente, si impegnò nel ripristino delle tradizioni orientali della nostra tradizione ecclesiale greco-bizantina per un'unità piena e visibile tra i Cristiani di Oriente e di Occidente.
Il 12 Maggio 2012 papa Benedetto XVI ha nominato quarto Eparca l'attuale Vescovo, S.E. Mons. Donato Oliverio.
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